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Il 27 novembre 2023, presso l’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, si è tenuto il convegno d’inaugurazione della mostra dedicata al giudice Rosario Livatino. All’evento hanno preso parte anche gli studenti delle terze classi  dell’ITT “G. Malafarina” di Soverato, sapientemente guidato dal Dirigente Scolastico prof. Saverio Candelieri. Numerosi gli illustri relatori presenti, a cominciare dalla Presidente della Corte d’Appello, la dottoressa Reillo, che ha sottolineato la necessità e l'importanza di mantenere viva la memoria del giudice Livatino, primo magistrato ad essere beatificato. Il giudice è stato introdotto nella sua umanità, raccontato non già come un eroe ma come una persona comune, morta facendo il proprio dovere. Il moderatore della conferenza, l’Onorevole Antonio Viscomi, ha affermato, citando Paolo VI, che i giovani non hanno bisogno di maestri ma di testimoni. Dal canto suo, l’avvocato Roberta Masotto, attraverso la sua appassionata relazione, ha parlato di Livatino non come di “un santino da esporre” ma come un esempio concreto: uomo pulito e di grande fede, dava tutto sé stesso nel lavoro, nella famiglia, nelle amicizie, rendendo la normalità straordinaria e vivendo il tempo come cura di ogni istante. Significativo che il postulatore della causa di beatificazione si sia imbattuto, spesso, nella sigla “STD”, comprendendo in seguito che significasse ‘sub tutela dei”, “con l’aiuto di dio”: è stato questo il filo conduttore della sua carriera e della sua esistenza in generale. Gli studenti hanno avuto modo di conoscere da vicino l’operato di un giovane giudice umile, cosciente di non essere possessore della verità e, per tale motivo, ricercatore della stessa alla luce della fede, convinto che, al di là delle “carte”, vi fossero esseri umani con i loro drammi, consapevole che un suo errore avrebbe inciso sulle vite di tante persone. Il giudice Livatino è stato un magistrato sempre disponibile e sincero, capace di vedere e giudicare gli uomini in quanto tali e non soltanto per i reati commessi, un operatore di Dio e della Giustizia in senso alto che ha pagato con la vita, ucciso a soli trentasei anni, il prezzo di aver vissuto in una società che, spesso e volentieri, non accetta chi svolge in tutto e per tutto il proprio dovere. Rendere giustizia, per il giudice Livatino, era come una preghiera a Dio; la pena rappresentava, per il reo, l’opportunità di rinascere e riabilitarsi. I suoi assassini, depositari delle sue ultime parole, si sono pentiti, convertiti e hanno testimoniato tutto questo nella causa di beatificazione, rendendo utile il suo insegnamento e la sua testimonianza di vita. Il Procuratore di Lamezia Terme, il dott. Curcio, ricordando la data della sua morte e le sue ultime parole “picciotti chi v’haiu fattu”, ha portato all’attenzione di tutti la convinzione di Livatino che “alla fine della vita non ci verrà chiesto quanto siamo stati credenti ma quanto siamo stati credibili”. Quello lasciato in eredità dal giudice Livatino è un appello alle menti, soprattutto a quelle più giovani, l’invito a “essere antimafia”, che vuol dire “professare la legalità”: poiché la mafia si nutre dei nostri silenzi, se non vi è una rivolta delle coscienze, la criminalità non cesserà mai di esistere. Don Carmelo Licari ha sottolineato il fatto che Livatino è stato assassinato perché ha tolto alla mafia l’appoggio popolare, da difensore della verità e del bene comune qual era. L’Arcivescovo di Catanzaro Squillace, S.E. Claudio Maniago, ha indicato la Scuola e l’Università quali sedi di speranza: “La speranza non è una domanda. Ne vale la pena? Vale la pena studiare? Vale la pena lavorare? Ne vale la pena? Essa è un’affermazione. Ne vale la pena. Per essere protagonisti”. Maniago ha concluso rivolgendosi direttamente ai numerosissimi studenti presenti, chiamandoli a raccolta dicendo che “Abbiamo bisogno di persone, di giovani credibili che fondino la nostra speranza”. E, in effetti, paradossalmente, chi ha ucciso Rosario Livatino gli ha dato voce. Una voce che parla. Ieri, oggi, sempre.

Gli studenti della III A  Indirizzo Cat

Itt “G.Malafarina” Soverato

 

locandina mostra

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